Iperomocisteinemia e rischio cardiovascolare: il puzzle si compone

Sempre più chiaro l’articolato quadro di meccanismi alla base del danno endoteliale indotto dall’iperomocisteinemia. Si tratta di condizioni che la rendono un importante fattore di rischio, favoriscono lo sviluppo e la progressione di aterosclerosi e possono causare l’insorgenza di cardiovasculopatie.
L'aura un po' misteriosa che ha avvolto il complesso intreccio di meccanismi alla base del danno endoteliale dovuto all'iperomocisteinemia si fa sempre più chiara grazie ai vari studi condotti sino ad oggi, i cui risultati hanno consentito di fare un po' di luce su come questa condizione agisca favorendo la disfunzione endoteliale e l'aterosclerosi.
L'omocisteina può causare danno alle cellule endoteliali attraverso vari meccanismi intracellulari ed extra-cellulari che si articolano in una cornice di complesse interazioni reciproche e che si traducono in una serie di reazioni a livello delle cellule endoteliali e delle lesioni aterosclerotiche.
Andiamo a scoprire quali sono questi intricati meccanismi.
Meccanismi intracellulari
- Meccanismi infiammatori. L'omocisteina può favorire il rilascio di citochine infiammatorie.
- Meccanismi di “aging” cellulare o apoptotici. L'omocisteina può favorire la senescenza e la morte (apoptosi) delle cellule endoteliali.
- Interferenza con la produzione di ossido nitrico (NO) e danno ossidativo. L' omocisteina può inibire la sintesi di NO. La ridotta sintesi di NO causa danno endoteliale aggravando lo stress ossidativo e l'infiammazione; vengono meno, inoltre, gli effetti protettivi di NO sull'endotelio. L' omocisteina può indurre stresso ossidativo nelle cellule endoteliali anche stimolando la formazione di radicali liberi e rendendo meno efficienti i sistemi anti-ossidanti.
- Inibizione della sintesi di acido solfidrico (H2S). L'omocisteina può ridurre l'espressione di enzimi impegnati nella produzione di H2S (una sostanza che regola e protegge le funzioni endoteliali) con conseguente danno e disfunzione endoteliale.
- Ipometilazione. L'iperomocisteinemia crea facilmente un ambiente ipometilante nelle cellule endoteliali. L'ipometilazione del DNA, dell'RNA e delle proteine porta alla disfunzione endoteliale attraverso alterazione della permeabilità vasale, infiammazione ed inibizione della proliferazione cellulare.
Meccanismi extra-cellulari
- L'iperomocisteinemia danneggia l'endotelio (intima vascolare) promuovendo anche alterazioni del metabolismo delle lipoproteine che favoriscono la AS: da un lato, essa riduce i livelli di HDL (protettive), dall'altro riesce a potenziare l'ossidazione delle LDL in virtù dell'accumulo di radicali liberi e dello stress ossidativo indotti dalla omocisteina.
Conclusioni
Gli studi condotti sinora hanno portato a definire sempre con maggiore dettaglio i complicati ed intrecciati meccanismi con cui l'iperomocisteinemia causa quei danni endoteliali che aprono la porta poi allo sviluppo della AS e all'insorgenza di cardiovasculopatie. Il quadro di questi meccanismi non è ancora del tutto chiarito, ma i dati delle future ricerche daranno un ulteriore contributo in tal senso e potranno tradursi in preziose informazioni per una migliore gestione diagnostica e terapeutica dei pazienti con iperomocisteinemia ed altri fattori di rischio cardiovascolari.
Bibliografia
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9884709/pdf/fcvm-09-1109445.pdf