Edizione Giugno 2023


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Iperomocisteinemia e rischio cardiovascolare: il puzzle si compone

Sempre più chiaro l’articolato quadro di meccanismi alla base del danno endoteliale indotto dall’iperomocisteinemia. Si tratta di condizioni che la rendono un importante fattore di rischio, favoriscono lo sviluppo e la progressione di aterosclerosi e possono causare l’insorgenza di cardiovasculopatie.

L'aura un po' misteriosa che ha avvolto il complesso intreccio di meccanismi alla base del danno endoteliale dovuto all'iperomocisteinemia si fa sempre più chiara grazie ai vari studi condotti sino ad oggi, i cui risultati hanno consentito di fare un po' di luce su come questa condizione agisca favorendo la disfunzione endoteliale e l'aterosclerosi.

L'omocisteina può causare danno alle cellule endoteliali attraverso vari meccanismi intracellulari ed extra-cellulari che si articolano in una cornice di complesse interazioni reciproche e che si traducono in una serie di reazioni a livello delle cellule endoteliali e delle lesioni aterosclerotiche.

Andiamo a scoprire quali sono questi intricati meccanismi.

Meccanismi intracellulari

Meccanismi extra-cellulari

Conclusioni

Gli studi condotti sinora hanno portato a definire sempre con maggiore dettaglio i complicati ed intrecciati meccanismi con cui l'iperomocisteinemia causa quei danni endoteliali che aprono la porta poi allo sviluppo della AS e all'insorgenza di cardiovasculopatie. Il quadro di questi meccanismi non è ancora del tutto chiarito, ma i dati delle future ricerche daranno un ulteriore contributo in tal senso e potranno tradursi in preziose informazioni per una migliore gestione diagnostica e terapeutica dei pazienti con iperomocisteinemia ed altri fattori di rischio cardiovascolari.

Bibliografia

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9884709/pdf/fcvm-09-1109445.pdf

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